mercoledì 27 luglio 2011

Procedure di laboratorio

Nuovo ed interessante aggiornamento nella dispensa "Procedure di laboratorio". All'interno oltre al materiale  già presente troverete i nuovi capitoli inerenti alle PROCEDURE DI ACCESSO, PROCEDURE DI PROTEZIONE PERSONALE, PROCEDURE OPERATIVE MICROBIOLOGICHE STANDARD. Nei prossimi giorni seguiranno altri aggiornamenti sempre nella dispensa "Procedure di laboratorio".

lunedì 25 luglio 2011

Laboratorio di micropropagazione 6

Dopo aver postato il primo piano, del nostro ipotetico laboratorio di micropropagazione, è arrivato il momento di pensare a come allestire il piano della produzione vera e propria. Inutile ripetere che il tutto dovrà ruotare su quei principi di asepsi e profilassi detti in precedenza. E' proprio in questi ambienti che progettisti e operatori dovranno riporre le maggiori attenzioni: se da una parte occorre avere una accurata distribuzione degli ambienti, dall'altra è fondamentale che il comportamento degli operatori sia il più corretto e accurato possibile, in modo da non contaminare e compromettere la produzione. 

Ancora una volta ci avvarremo della classificazione diversa di alcune aree: in arancio le zone a classificazione 2 e in rosso le aree a classificazione 3 che richiedono una particolare vestizione ed una particolare attenzione. Arrivati al secondo piano, per mezzo dell'ascensore, ci troviamo nel corridoio dello sporco che può portarci, a seconda  delle nostre mansioni, o nel magazzino o nella zona di vestizione e passaggio all'area di 2° classificazione. Una volta giunti nell'area di seconda classificazione   e indossati gli appositi abiti è possibile attraversare il corridoio del pulito per entrare nei seguenti ambienti: camera di crescita, laboratorio di moltiplicazione, laboratorio di radicazione, cucina o laboratorio di preparazione dei sub strati (media). Il flusso del personale e dei materiali sarà spiegato nei prossimi post.

lunedì 18 luglio 2011

Laboratorio di micropropagazione 5

Dopo aver venduta la cappa a flusso laminare mi sono gettato a capofitto nella progettazione di un laboratorio di micropropagazione, cercando di fare tesoro delle varie esperienze professionali che ho avuto e che sto avendo in questo settore. Partiamo con il dire che un buon laboratorio di micropropagazione non si improvvisa, occorre perdere del tempo in fase di progettazione per realizzare la miglior disposizione degli ambienti. Nel post precedente ho pubblicato una bozza di laboratorio il più completo possibile, cercando di rispettare tutti i parametri che ci siamo detti nei post scorsi. Oggi voglio rendervi la vita più facile: per questo ho riportato in formato elettronico la bozza del progetto. Avendo lavorato in alcuni laboratori di micropropagazione ho notato profonde differenze concettuali e comportamentali che alla fine della fiera non aiutavano certo alla buona riuscita della produzione. Mi spiego: spesso e volentieri non vengono mantenuti, dagli operatori, adeguati livelli di asepsi, osservando carenza nella vestizione e nelle procedure stesse. Altre volte le strutture sono dei semplici capannoni adibiti a laboratorio che non tengono conto delle ottimali disposizioni degli ambienti. Con questa serie di post spero di portare un minimo contributo per l'ottimizzazione dei laboratori di micropropagazione.

Di seguito trovate la bozza in formato elettronico del primo piano del nostro teorico laboratorio di micropropagazione. Come vedete le zone a diversa classificazione asettica si dividono in 3 colori: bianco (nessun tipo di classificazione asettica, accesso libero), giallo (primo grado di classificazione asettica, vi accede solo personale autorizzato provvisto della apposita montura), arancio (zona di seconda classificazione a cui vi accede solo personale autorizzato che pone sulla precedente montura, altri componenti di sicurezza). Nel nostro laboratorio una volta entrati nell'atrio d'ingresso, in base alla nostra mansione possiamo entrare o nell'open space dove svolgeremo funzioni amministrative e di controllo, oppure andare dritto e proseguire nel corridoio degli spogliatoi (di colore giallo) a cui si accede solo tramite badge. Sulla sinistra troveremo gli ingressi degli spogliatoi femminili e maschili dove indosseremmo la montatura di prima classificazione. Successivamente, tramite un piccolo disimpegno entreremo nella zona di seconda classificazione (colore arancio) dove porremo dei copriscrape sulle calzature da laboratorio. In questo modo attraverseremo il corridoio del pulito (anch'esso di colore arancio) e ci recheremo o nella sala controllo o al piano di produzione al livello superiore grazie agli ascensori

sabato 16 luglio 2011

Laboratorio di micropropagazione 4

Ecco, qui trovate un abbozzo di quello che dovrebbe essere la disposizione degli ambienti di un laboratorio di micropropagazione. Come vedete il tutto segue il concetto espresso nei post  precedenti. Presto altre info.

venerdì 8 luglio 2011

Laboratorio di micropropagazione 3

Un problema fondamentale nella progettazione di un laboratorio è costituito dai percorsi, che devono garantire ad un tempo funzionalità, sicurezza, e difesa dalle contaminazioni. Nella disposizione dei percorsi è necessario evitare le sovrapposizioni fra percorsi settici ed asettici, attraverso una valutazione attenta del grado di asepsi che ciascuno di essi richiede. Lo studio delle soluzioni tipologiche ha portato all’introduzione del criterio della divisione dei percorsi destinati elle specifiche funzioni del reparto, il blocco viene articolato attraverso il percorso asettico e il percorso settico, senza occasioni di sovrapposizione o di contatto fra i percorsi stessi. Questo sistema garantirebbe condizioni asettiche per la zona di ingresso e preparazione dei materiali e dei mezzi, per i locali e i servizi delle unità micropropagativee, tutti serviti dal percorso asettico. Solo i materiali e i corredi impiegati durante la preparazione degli espianti, vengono allontanati lungo il percorso settico per raggiungere la centrale di sterilizzazione. In realtà questa impostazione fornisce garanzie solo parziali, perché le contaminazioni si verificano ugualmente. Allo scopo di perfezionare il modello a doppio corridoio e di limitare il tasso di contaminazioni si è cercato di limitare il numero di aperture della sala di micropropagazione, di collocare locali a filtro tra le sale e i percorsi, di semplificare i traffici con sensi di percorrenza chiari e di centralizzare la preparazione e il lavaggio del materiale con la sterilizzazione.
percorso pulito

corridoio pulito, preparazione mezzi e materiali, locale vestizione del personale, cucina pulito, sala micropropagazione, camera di crescita, locali di sterilizzazione, deposito pulito, deposito attrezzature.
percorso sporco
cucina sporco,spogliatoio del personale, deposito materiale, zona relax personale, zona lavaggio attrezzature.

giovedì 7 luglio 2011

Laboratorio di micropropagazione 2

Dopo aver individuato il sito su cui realizzare il nostro laboratorio, con tutte le strutture annesse, è arrivato il momento di individuare la filosofia che impregnerà il nostro lavoro. In una parola: profilassi. In ogni laboratorio che si rispetti, la profilassi , è un concetto fondamentale che non potrà mai venire meno, si tratti anche di un laboratorio di micropropagazione. Questo aspetto è fondamentale anche per la realizzazione dei vari ambienti del laboratorio a tal punto da influenzarne la struttura, la disposizione e la fruibilità. In pratica cercheremo di realizzare e mantenere ambienti asettici, usando sia le tecnologie presenti sul mercato, sia comportamenti specifici dei singoli operatori e un determinato flusso dei materiali che dovranno distinguersi in “puliti” e “sporchi”. Su questi concetti si svolgerà la vita all’interno del nostro laboratorio. Da qui in avanti sentirete parlare di “linee gialle”, porte di contenimento, corridoio del pulito e dello sporco ecc.. Non preoccupatevi, presto ci farete l’abitudine. Per farla breve affinchè tutto si svolga secondo quanto prestabilito, occorre procedurizzare ogni singola operazione, anche la più banale, in modo che gli operatori possano sempre sapere cosa fare senza prendere iniziative proprie; per far questo ci avvaleremo delle SOP (Standard Operating Procedures).
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