lunedì 31 gennaio 2011

Micropropagazione low cost

Centinaia di laboratori di micropropagazione commerciale sono sorti in tutto il mondo e attualmente stanno moltiplicando una gran numero di cloni di varietà. Oltre al vantaggio della rapida  propagazione, questa tecnologia viene utilizzata per generare piantine libere da malattie, ed è stato sviluppato e applicato ad una vasta gamma di colture forestali e da frutta. Tuttavia, in molti casi, il costo di produzione  preclude l'adozione della tecnologia su larga scala.  Per ottenere tessuti vegetali a basso costo occorre adottare tecnologia, pratiche e attrezzature di dal costo unitario ridotto. In molti paesi sviluppati, la propagazione vegetale di tessuti colturali iene effettuata con tecniche, materiali e strutture altamente sofisticate che  possono  incorporare  superfici in acciaio inox, camere d'aria sterili,costose autoclavi per la sterilizzazione di mezzi e strumenti, e altrettanto costose serre a controllo automatizzato di umidità, temperatura e durata di luce  per indurre a crescere le piante. 

Tali strutture con hanno un alto costo per gli utenti, e sono gestiti con gli stessi èrincipi di un super-  ospedale. I requisiti per allestire e gestire tali impianti sono costosi,   e spesso  non sono  disponibili nei paesi in via di sviluppo. Per esempio, il costo dell'energia elettrica in i paesi sviluppati è molto più basso, e la sua fornitura di gran lunga migliore, rispetto a paesi in via di sviluppo. Lo stesso si può dire per la fornitura dei contenitori culturali, dei mezzi, dei composti chimici, delle attrezzature e degli strumenti utilizzati in micropropagazione. Quindi, le alternative agli a queste costose attrezzature ed infrastrutture sono state cercate e sviluppate per ridurre i costi di impianto in micropropagazione.

Le opzioni a basso costo dovrebbero ridurre i costi di produzione senza compromettere la qualità delle piante micropropagate. L'applicazione principale della micropropagazione è stato quello di produrre materiale di alta qualità , che a sua volta porta ad una maggiore produttività in agricoltura. Le piante generate devono essere vigorose e capaci di essere  trapiantate con successo in campo, e devono garantire una elevata  sopravvivenza  in campo. Inoltre, essi dovrebbero essere geneticamente uniformi, esenti da malattie e virus, ed avere un prezzo competitivo rispetto alle piante prodotte con metodi convenzionali. Ridurre i costi non dovrebbe portare ad alterare i livelli di asepsi o dare le piante con le prestazioni in campo ridotte.

Il requisito principale di micropropagazione è la cultura asettica e la moltiplicazione di materiale vegetale. Condizioni di totale assenza microbica devono essere mantenuti in contenitori culturali durante tutte le fasi. In molti casi, errori di concetto o una pratica  errata, può introdurre da una fonte esterna  materiale biotico nei contenitori culturali. Come risultato, l’agente contaminante invade le culture. I patogeni  possono  crescere  lentamente  in condizioni controllate a basse temperatura, ma proliferano molto velocemente in condizioni di temperatura controllata ed  elevata . Pertanto l'adozione di pratiche sbagliate a basso costo possono rendere il processo di produzione  disastroso.  Tecniche di low cost avranno successo solo se le condizioni asepsi di base per la coltura dei tessuti vengono scrupolosamente rispettate per mantenere la qualità dei propaguli.

venerdì 28 gennaio 2011

Lame e portalame 2


Dopo oltre dieci giorni d'attesa è arrivato il portalame con le lame annesse. Avendolo ordinato dalla lontana Inghilterra non potevo certo pretendere che arrivasse in poco tempo, quindi mi devo accontentare. La cosa davvero strana è che ho speso pochissimo e le spese di spedizione le ha sostenute il venditore. Strano, se lo avessi comprato da un web store italiano avrei speso dalle nove alle dodici euro per la sola spedizione, quando per il bisturi e per le lame ho speso solo 6 euro... Mistero!

giovedì 27 gennaio 2011

Fasi micropropagazione 2

Continuano gli aggiornamenti alla dispensa  "FASI DELLA MICROPROPAGAZIONE", con la nuova aggiunta di un ulteriore capitolo tutto dedicato alle fasi micropropagative. Non perdetevi questo nuovo capitolo, corredato da interessanti schemi e tabelle riepilogative. Per maggior chiarezza ho inserito un indice per poter avere il quadro completo di tutti gli argomenti trattati in questa dispensa.
Buona lettura!!

mercoledì 26 gennaio 2011

Solanum tuberosum L. 1753

Mentre aspetto che arrivino dalla lontana Inghilterra le attrezzature che ho ordinato, vi posto la guida  colturale della patata, perchè è proprio con la micropropagazione della patata che intendo collaudare tutte le attrezzature fino adesso realizzate.

Caratteri botanici
La Patata è una pianta a ciclo annuale provvista di radici fascicolate piuttosto superficiali, dotate di numerose diramazioni capillari. Dalla parte ipogea del fusto si dipartono gli stoloni i quali, ingrossando all'apice, danno luogo ad un tubero. In un tubero completamente maturo l’epidermide è sostituita dal periderma (o " buccia ") fatto di strati di cellule suberose, che protegge l'interno del tubero dall’eccessiva perdita d'acqua e dalla penetrazione di funghi e batteri. All'interno, sia la corteccia sia il midollo sia il parenchima che costituisce la maggior parte del tubero, sono divenuti sede di accumulo di grandi quantità di amido. In mezzo a questa massa di tessuti, diversi ma non più facilmente distinguibili, si notano fasci fibrovascolari diretti verso gli “occhi”. Sotto l'influenza della luce, i tessuti esterni del parenchima corticale producono clorofilla e inverdiscono. Nel tubero si distingue un ombelico (punto di attacco dello stolone) e una testa, opposta all'ombelico, che raccoglie la maggior parte delle gemme. Se si sopprime qualche gemma, questa è rimpiazzata da altra di sostituzione. Non tutte le gemme di un tubero, quando viene interrato intero, si sviluppano dando luogo ad un fusto. Le più vigorose sono quelle sulla testa.  La parte area della pianta è in genere costituita da due o più fusti, angolosi, fistolosi, ingrossati ai nodi, di varia lunghezza e colore, con portamento eretto o più o meno decombente.  Le foglie sono composte da 5, 7, 9 foglioline di varia dimensione e colore (verde da chiaro a intenso), più o meno bollose e a lamina più o meno aperta. Le parti verdi - compresi i tuberi quando permangono a lungo esposti alla luce - contengono solanina, alcaloide velenoso. L'infiorescenza è a corimbo. Il fiore è ermafrodita, campanulato. Alcune varietà di patata, indipendentemente dall'ambiente, non fioriscono; altre invece giungono ad emettere i bocci fiorali, che però cadono prima della fioritura; altre infine fioriscono regolarmente e portano a maturazione i frutti (bacche carnose più o meno tondeggianti, verde-bruni, verde-violacei o giallastri, contenenti da 150 a 300 semi reniformi, appiattiti).

Ciclo della patata
Per le piante che hanno avuto origine per via agamica dura normalmente 100-150 giorni. Le piante che derivano da seme hanno un ciclo notevolmente più lungo (180-200 giorni). Per questo nelle nostre condizioni di ambiente, si rende necessario un primo loro allevamento in serra. La riproduzione gamica è comunque usata nella patata solo come mezzo di miglioramento varietale.  Dopo un periodo di riposo (50-60 giorni dalla maturazione), in condizioni adatte (temperatura superiore a 6-8°C), ha luogo la germinazione dei tuberi. Le fasi vegetative della pianta agli effetti della coltivazione sono: emergenza, accrescimento vegetativo, fioritura, accrescimento dei tuberi, maturazione dei tuberi. La formazione dei tuberi inizia poco prima della comparsa dei bocci fiorali e si manifesta con un ingrossamento degli stoloni o delle loro ramificazioni. La fase di maturazione è caratterizzata dal graduale ingiallimento delle foglie e dei fusti, nonché dal cambiamento di colore delle bacche (se sono presenti) che dal verde tendono al giallastro, mentre la buccia dei tuberi tende a staccarsi sempre più difficilmente dalla polpa. Successivamente le foglie e i fusti seccano e le bacche cadono.

Esigenze ambientali
La patata è una specie adatta alla zona climatica temperato-fredda: le aree più vocate alla pataticoltura sono le grandi pianure dell'Europa centro-settentrionale; in Italia aree favorevoli sono quelle di montagna della regione alpina, prealpina e appenninica. In queste condizioni la patata ha ciclo primaverile-estivo. Solo nell'Italia meridionale la patata si pianta in autunno per raccoglierne la produzione, primaticcia, in primavera.

Temperatura
I tuberi congelano a -2°C. Lo zero di vegetazione è a 6-8°C. Sono temibili quindi sono i ritorni di freddo primaverili (inferiori a 2°C). Le alte temperature, prossime o superiori a 30°C, riducono fortemente l'assimilazione.

Acqua
La pianta ha bisogno, in ogni fase biologica, di una sufficiente quantità di acqua.. Le esigenze idriche si attenuano in prossimità della maturazione. La patata teme molto gli eccessi di umidità e il conseguente ristagno idrico che favorisce lo sviluppo di malattie crittogamiche, causa il cattivo funzionamento delle radici e l’irregolare sviluppo dei tuberi.

Terreno
Ideali sono i terreni silicei o siliceo-argillosi, leggermente acidi, leggeri, sciolti, permeabili, profondi. La patata si adatta anche ai terreni a grana piuttosto fina, purché ben strutturati e ben drenanti. In terreni argillosi la raccolta dei tuberi è più difficile e la loro qualità è inferiore (forma poco regolare, buccia ruvida e scura). La patata rifugge dai terreni alcalini.

venerdì 21 gennaio 2011

La vita segreta delle piante / Tompkins Peter, Bird Christopher

Se vi raccontassi che la terra è quadrata ci credereste? Se invece cercassi di convincervi che le persone volano e il nostro pianeta è al centro dell'universo? Mi dareste del pazzo. Forse anche gli autori del libro "La vita segrete della piante" saranno stati additati come folli, viste le dirompenti teorie di questo libro. Secondo gli autori le piante hanno una vita insospettata. Reagiscono alla musica, ai campi elettromagnetici, alle emozioni della gente.  Da tempo si svolgono esperimenti in tal senso alcuni dei quali molto sorprendenti. Alcuni scienziati hanno collegato apparecchiature solitamente usate per registrare le reazioni umane alle piante registrando fatti che non si sarebbero aspettati. Attraverso la macchina della verità le piante hanno rivelato di possedere emozioni e perfino memoria e di poter percepire sensazioni anche a notevole distanza dalla fonte.

Queste e molte altre teorie le troverete leggendo "La vita segreta delle piante", teorie che mi lasciano interdetto e alle quali stento a credere vista anche la difficoltà di ripetere esattamente certi esperimenti. Ad ogni modo saranno i posteri a dare l'ardua sentenza.

lunedì 17 gennaio 2011

Lame e portalame

Adesso si fa sul serio! Dopo la cappa e l'agitatore magnetico occorre iniziare a pensare a quali strumenti siano assolutamente indispensabili per iniziare la nostra attività di micropropagazione. In cima alla mia lista della spesa stazionano ormai da tempo, sia un portalame (con lame annesse) sia un piccolo fornello ad alcol per fiammare gli strumenti sotto la cappa. Se per il portalame la scelta è stata obbligata, la stessa cosa non la posso certo dire per il fornellino ad alcol, infatti, in rete sono riuscito a trovare anche dei becchi Bunsen abbastanza economici, da  collegare poi ad una piccola cartuccia di gas da campeggio. La scelta alla fine è ricaduta sul bruciatore ad alcol, che costa praticamente la metà e non ha spese accessorie rispetto al Bunsen. Nemmeno a dirlo, il tutto è stato acquistato sulla rete. Come ultima cosa vi segnalo l'inserimento di una nuova tabella riepilogativa nella dispensa PROCEDURE DI LABORATORIO, in merito alle procedure per la sterilizzazione degli strumenti di laboratorio.







Lista attrezzature:
  1. Bruciatore a Gas ----->  8 Euri (più spese postali)
  2. Portalame e 5 lame -----> 6 Euri 


domenica 16 gennaio 2011

Agitatore magnetico 2


Eccolo qua, una ventola da pc, due magneti e l'agitatore è completato. Come vedete basta poco per costruirlo. Certo non sarà bello da vedere come i modelli professionali, ma di sicuro costa molto meno e compie al meglio la sua funzione. Questa è la mia versione low cost, realizzata con pezzi trovati in casa. Se anche voi avete il pallino del "fai da te" e volete reinterpretare l'agitatore apportando modifiche e migliorie, pubblicate un video di risposta.

venerdì 14 gennaio 2011

Sterilizzazione

Dopo alcune richieste ho deciso di ampliare la sezione delle DISPENSE, in particolare quella relativa alle PROCEDURE DI LABORATORIO, con una interessante tabella riepilogativa sulle tecniche di sterilizzazione del materiale vegetale. Vi invito quindi a leggere il nuovo aggiornamento e a visionare la sintetica ma esauriente tabella dedicata a questa fondamentale tecnica.

giovedì 13 gennaio 2011

Agitatore magnetico

Come detto, una volta terminata la cappa a flusso laminare, è arrivato il momento di passare alla fase successiva, prima però è opportuno dotarci di alcuni importanti strumenti di laboratorio, uno su tutti l'agitatore magnetico. Navigando sul web se ne trovano di tutti i tipi e di tutti i prezzi, quello più economico che sono riuscito a trovare si aggira sui 60.00 Euri (IVA esclusa) ed è un discreto prodotto. Il mio obiettivo però è un altro, cercare di realizzare un piccolo laboratorio spendendo il meno possibile. Quindi mi sono messo a pensare a come ottenere un piccolo agitatore magnetico fatto in casa.

Dunque occorre dotarsi prima di tutto di un motorino elettrico; io ho utilizzato una ventola da PC alimentata a 12v, collegata al modulo PCB a sua volta collegato all'alimentatore a 12v. Infine ho incollato, nella parte superiore della ventola, un potente magnete. A questo punto l'agitatore magnetico è terminato. Come ultima modifica si potrebbe inserire un potenziometro per regolare la velocità di rotazione della ventola.

mercoledì 12 gennaio 2011

Cappa a flusso laminare 3


Adesso lo posso dire: "la cappa a flusso laminare fatta in casa è terminata!!". Con l'apertura nella parte frontale e con l'inserimento di una lampada a neon, la cappa è totalmente operativa. Tutto sommato mi ritengo soddisfatto, visto che con poche centinaia di euro sono riuscito a costruire un dispositivo che nuovo mi sarebbe costato oltre 1500 euri. Ovviamente adesso ne andrà verificata l'efficacia con le prime sperimentazioni, quindi per il momento evito di dispensare giudizi troppo affrettati. Da oggi si passa alla seconda fase quella più inerente alla micropropagazione, quindi continuate a seguirmi, ne vedrete delle belle! Ciao a tutti!

lunedì 10 gennaio 2011

Cappa a flusso laminare 2

Dopo alcune piccole e fisiologiche aggiustature la scatola del filtro è finalmente completata. Resta soltanto da verificare il perfetto funzionamento di ogni suo componente e la tenuta delle guarnizioni. Non si vede molto bene dalla foto, ma all'interno della cappa ho inserito una piccola plafoniera, con un neon da 22 W, garantendomi una ottima visibilità durante le operazioni di propagazione. Come ultima operazione, prima di considerare terminata la cappa, occorre aprire una finestra nella parte frontale della cappa.

venerdì 7 gennaio 2011

Cappa a flusso laminare

Flusso laminare: flusso unidirezionale formato da filetti di aria sterile, filtrata attraverso filtri HEPA, paralleli tra loro ed aventi tutti la stessa velocità, generalmente di 0,5 m/sec. I filetti di aria sterile trascinano lontano dall’area di lavoro i contaminanti ed evitano la formazioni di vortici.

Filtri HEPA(High Efficiency Particulate Air): prevengono la contaminazione particellare, sono costituiti da fogli di microfibre di vetro ripiegati più volte per aumentare la superficie filtrante; l’efficienza è la capacità di trattenere particelle di 0,3 micron di diametro e deve essere compresa tra 99,97% e 99,99%.

Le cappe a flusso laminare garantiscono principalmente la protezione del campione da contaminazioni non la protezione dell’operatore e dell’ambiente

Cappe biologiche di classe II: maggiormente impiegate in laboratori di ricerca e microbiologici, sono anche definite cappe di sicurezza microbiologica.

Cappe biologiche di classe III: caratterizzate da una chiusura totale ermetica, funzionano a pressione negativa; le manipolazioni all’interno della camera sono consentite da due o più guanti di gomma incorporati nella struttura della cappa.

I campioni, in contenitori chiusi, sono introdotti tramite un sistema di doppi sportelli. Hanno un filtro HEPA sull’aria in ingresso ed un doppio filtro HEPA sull’aria in uscita.

Segnalo l'aggiunta di una interessante tabella, riepilogativa dei pro e dei contro della tecnica di micropropagazione, introdotta nella pagina "FASI MICROPROPAGAZIONE".

giovedì 6 gennaio 2011

Schermatura raggi UVA


Ciao ragazzi, finalmente il filtro della cappa è finito! Con questo ultimo dettaglio il filter box è ultimato e  adesso viene il bello: si passa alla fase successiva. Per l'occasione ho realizzato un video leggermente più elaborato degli altri. Tutte le spiegazioni le trovate nel video. Buona visione

martedì 4 gennaio 2011

Fasi micropropagazione & Procedure laboratorio

Vi piace il bunner per il blog? Spero di si perchè lo vedrete campeggiare ovunque da Facebook a Youtube. Occorre farsi conoscere e espandere gli orizzonti. A parte questo ci sono state delle piccole ma significative modifiche sul blog di cui vorrei parlarvi.

Importanti novità nella sezione "DISPENSE"! Avrete sicuramente notato che la dispensa dal titolo "FASI MICROPROPAGAZIONE" è stata ampliata con un interessante capitolo tutto dedicato al microclima interno al recipiente di micropropagazione. Se non lo avete ancora fatto vi consiglio di andare a leggere l'ultimo aggiornamento.

I più attenti si saranno accorti che una dispensa è stata cancellata. Niente paura è stata solo accorpata nella già esistente dispensa dal titolo "PROCEDURE DI LABORATORIO". Tutto come prima anzi meglio! Buona lettura e a presto!

lunedì 3 gennaio 2011

Aspiratore e filtro HEPA



Nuovo anno nuovo video. In questo breve filmato vedrete come installare il secondo filtro HEPA (quello a monte per intendersi) da sistemare sulla scatola del filtro. Come si vede è stato necessario forare la scatola per poi collegarvi il sistema di aspirazione che sarà montato non appena la super colla epossidica avrà fatto il suo effetto. Nel prossimo video andrò a schermare la scatola del filtro con del materiale riflettente e infine fisserò alla struttura l'aspiratore.
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